lunedì 27 novembre 2017

Incontro con Fabio Genovesi
▸Ravenna, 22/11/2017

Buongiorno lettori, come state? Siete già entrati nell'ottica natalizia? Io a dirla tutta, non tanto, almeno per il momento. Ad ogni modo, oggi ho deciso di tenervi compagnia con un post un po' speciale. Lo scorso mercoledì, presso la Biblioteca Classense di Ravenna - o meglio, presso una saletta adiacente dedicata a eventi di questo genere - si è tenuto un incontro con Fabio Genovesi, incentrato soprattutto sul suo nuovo romanzo, arrivato nelle nostre librerie qualche mese fa, Il mare dove non si tocca.
Vi ricorderete senz'altro - dato che mi ha fatto andare giù di testa da quanto l'ho adorato - che sul blog vi ho parlato diverse volte del suo fantastico Chi manda le onde, libro che è stato capace di far vincere a Genovesi il Premio Strega Giovani. Con queste premesse, potevo forse perdermi questo incontro? Che domande! Assolutamente no.

Non vi dico quanto ero emozionata. Chiacchieravo con Silvia di lettura e del più e del meno, e al solo pensiero che di lì a poco avrei potuto finalmente incontrare Fabio Genovesi di persona, avevo le farfalle nello stomaco. Sapevo anche che era in fondo alla sala, alle mie spalle, ma per qualche assurdo motivo avevo paura di girarmi! Una decerebrata in pratica.

Comunque, sentimentalismi a parte (sempre ammesso che riesca a metterli da parte quando si parla di Genovesi) l'incontro è stato fa-vo-lo-so. Il ragazzo che lo ha intervistato gli ha fatto un sacco di domande interessanti, ma spesso e volentieri Fabio ha divagato, parlando e parlando,
tenendo la sala in pugno e facendo ridere tutti i presenti più e più volte.
Ci ha raccontato, in primis, un po' di cosa parla Il mare dove non si tocca, un romanzo molto autobiografico, in cui ha cercato di racchiudere l'essenza della sua bizzarra infanzia. Fabio infatti, è cresciuto con ben undici nonni. Ebbene sì, undici. Suo nonno, i nove fratelli, uomini che non hanno mai avuto modo di sposarsi e di accasarsi, e la nonna. Proprio per via del loro essere scapoli, quelli che in realtà erano nient'altro che i suoi prozii, lo hanno trattato come un figlio e hanno contribuito alla formazione del piccolo Fabio ognuno a suo modo, litigandosi quasi le sue attenzioni. Dovete sapere inoltre che Fabio è cresciuto in un posto abbastanza isolato e all'epoca non c'era internet e non c'erano i cellulari e finché non è arrivato il primo giorno di scuola, non aveva avuto molti contatti con altri bambini.
Difatto, si è ritrovato in mezzo a questi suoi coetanei che si comportavano in modo per lui quasi assurdo. Gli altri bambini giocavano ad acchiapparsi, o a nascondino. A lui invece avevano insegnato ad andare a caccia e a pesca e a costruire trappole. E non so che effetto faccia a voi leggere questi dettagli, ma a me è venuta una voglia matta di procurarmi il libro al più presto perché sono davvero curiosa di poter entrare dentro questa storia appieno.

Fabio ha poi parlato del suo rapporto profondo col mare, raccontandoci della sua abitudine di scrivere, anche d'inverno, sempre sulla spiaggia, con carta e penna in vecchio stile, e il solo rumore delle onde a fargli compagnia.
Ci ha inoltre intrattenuto con diversi aneddoti attraverso i quali ci ha parlato un po' della sua vita, del suo modo di vedere le persone al di là della loro età anagrafica - sostenendo di aver conosciuto un sacco di giovani anziani e di anziani più arzilli e spensierati della maggioranza dei ventenni - della sua passione per le stranezze, tra cui l'assidua frequentazione di eventi bizzarri quali il festival dedicato all'arte funeraria e cimiteriale, il campionato dei boscaioli e quello dei cercatori d'oro. Fabio mi ha dato quasi l'impressione di essere a sua volta in bilico, come se vivesse ogni giorno sospeso, tra il bambino e l'anziano che sembrano convivere dentro di lui.

Fabio ha anche, ovviamente, parlato di scrittura e di lettura. Ci ha confessato che da ragazzino non era brillante a scuola e che non gli piaceva leggere, finché per caso, il fratello maggiore di un amico, di cui lui aveva particolare stima, non gli ha intimato proprio di non leggere, prendendolo quasi in giro di fronte al suo interesse per quel libro che stava leggendo. Si trattava di Sulla strada di Kerouac e Fabio non si è dato pace finché non l'ha trovato e non l'ha letto.
Quello è stato l'inizio della sua storia d'amore con le parole.
Ci ha dunque, con molta ironia, parlato del fatto che lui, proprio nel tentativo di ottenere questo effetto, quando tiene dei discorsi ai ragazzi nelle scuole, li invita a non leggere. E ha speso anche un paio di parole riguardo allo snobismo che affligge molti lettori, dicendosi apertamente in disaccordo con l'opinione che chi legge è per forza una persona "migliore" di chi invece non lo fa.
Ha infine consigliato alcuni titoli che l'hanno particolarmente toccato: La morte dei caprioli belli e La morte dei caprioli belli di Ota Pavel e Amercian dust di Richard Brautigan.

A presentazione finita, ho avuto il piacere di scambiarci due parole e di fargli firmare la mia amatissima copia di Chi manda le onde e anche quella di Esche vive, che mi è stato regalato da una carissima amica e che ancora devo avere il piacere di leggere. Nonostante la mia benedetta timidezza, ho cercato di sciogliermi il più possibile e di comunicargli, per quanto sia possibile fare a parole, tutta la mia adorazione e lui mi ha reso le cose facili, tant'è che mi è sembrato di parlare con un vecchio amico.

Insomma, è stato un incontro che, ve lo giuro, avrei voluto che non finisse mai. Se Fabio fosse ancora lì, oggi, dopo più di sei giorni, a parlare di sé, della sua vita, delle sue esperienze e dei suoi pensieri, io sarei ancora lì e non sarei per niente stanca di starlo a sentire. E mi rendo conto che potrebbe sembrare un'affermazione inquietante, ma non c'è niente di più vero.

In caso servisse ribadirlo, vi consiglio e vi invito caldamente, con tutto il cuore, a leggere i romanzi di Fabio Genovesi a innamorarvi anche voi un po' di lui. Però senza esagerare, insomma. Amatelo, trattate con cura i suoi libri come se fossero dei tesori, però non me lo sciupate.
Ringrazio di cuore la Classense per aver organizzato questo evento e soprattutto, ringrazio Fabio per avervi preso parte. Nella speranza che questo mio resoconto delirante vi sia piaciuto, vi abbraccio e alla prossima!

4 commenti:

  1. Carissima Denise, proprio come te ho un'adorazione per Fabio, lo starei ad ascoltare ore ed ore. E' un autore che possiede fascino. Questo non l'ho ancora comprato, ma non perchè la cosa fosse in dubbio, ma è uno di quei libri che voglio comprare e leggere subito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Baba forza, facciamo come in Misery, rapiamolo e obblighiamolo a parlarli di lui e della sua vita e dei suoi pensieri all'infinito :D

      Elimina
  2. Io non ho ancora letto niente di Genovesi, anche se ho in wishlist Chi manda la onde, proprio dopo aver scoperto quanto era piaciuto a te. E leggendo questo resoconto la voglia di conoscere i libri di Genovesi è aumentata e di tanto. Immagino sia stato un incontro davvero unico e bellissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono super-extra-maxi-mega sicura che Genovesi è proprio pane per i tuoi denti! Vedrai, te ne innamorerai sicuramente ♥
      L'incontro è stato meraviglioso, continuerò a stalkerarlo in attesa del prossimo nelle vicinanze X°D

      Elimina