lunedì 5 giugno 2017

Recensione "Niente" Janne Teller

Buongiorno lettori e buon inizio settimana, come state? Io mi sto dedicando completamente alle letture in vista della mia partecipazione a Mare di libri (QUI trovate il programma del festival, QUI la mia TBR a tema) e dunque oggi sono qui proprio per parlarvi di uno dei romanzi che ho letto in "preparazione" all'incontro con l'autrice: si tratta di Niente di Janne Teller, un libro con una tematica molto forte esposta in modo davvero magistrale.



Niente
Janne Teller
Editore Feltrinelli ● Pagine 119
Cartonato N/D ● Brossura 7,50 € ● Ebook 4,99 €

Trama: "Se niente ha senso, è meglio non far niente piuttosto che qualcosa" dichiara un giorno Pierre Anthon, tredici anni. Poi, come il barone rampante, sale su un albero vicino alla scuola. Per dimostrargli che sta sbagliando, i suoi compagni decidono di raccogliere cose che abbiano un significato. All'inizio si tratta di oggetti innocenti: una canna da pesca, un pallone, un paio di sandali, ma presto si fanno prendere la mano, si sfidano, si spingono più in là. Al sacrificio di un adorato criceto seguono un taglio di capelli, un certificato di adozione, la bara di un bambino, l'indice di una mano che suonava la chitarra come i Beatles. Richieste sempre più angosciose, rese vincolanti dalla legge del gruppo. È ancora la ricerca del senso della vita? O è una vendetta per aver dovuto sacrificare qualcosa a cui si teneva davvero? Abbandonati a se stessi, nella totale inesistenza degli adulti e delle loro leggi, gli adolescenti si trascinano a vicenda in un'escalation d'orrore. E quando i media si accorgono del caso, mettendo sottosopra la cittadina, il progetto precipita verso la sua fatale conclusione. Il romanzo mette in scena follia e fanatismo, perversione e fragilità, paura e speranza. Ma soprattutto sfida il lettore adulto a ritrovare in sé l'innocente crudeltà dell'adolescenza, fatta di assenza di compromessi, coraggio provocatorio e commovente brutalità.


Recensione
Pierre Anthon, dodici anni e una famiglia difficile, ha deciso che niente nella vita ha senso. È arrivato alla triste conclusione che non vale la pena preoccuparsi di nulla perché secondo lui tutto è effimero, nessuno è indispensabile, e ognuno è destinato a morire senza lasciare la benché minima traccia di sé nel mondo e nell'universo. I suoi compagni di classe rimangono basiti di fronte al suo atteggiamento così stoico e distaccato, al punto che loro stessi iniziano a interrogarsi sul motivo della propria esistenza.
I ragazzi, in preda alla confusione e allo sconforto verso ciò che Pierre Anthon continua a insinuare nelle loro menti, decidono così, per dimostrargli che si sbaglia, di raccogliere un'insieme di oggetti, uno per ciascuno, sacrificando qualcosa che per loro abbia davvero significato.

Tutto inizia come un gioco, un paio di sandali, un tappeto da preghiera, delle trecce, ma ben presto al gruppetto sfugge di mano il controllo della situazione al punto che si arriva perdere del tutto il confine tra ciò che è giusto e sbagliato.

Il romanzo di Janne Teller, che conta poco più di un centinaio di pagine, è indiscutibilmente breve e si legge tutto d'un fiato, ma non per questo risulta poco incisivo. Nel suo piccolo riesce a fare riflettere e a dire tantissimo. L'autrice vuole attirare l'attenzione del lettore su un semplicissimo punto: cosa succederebbe se, una visione della realtà così cinica e distorta, venisse imposta alle menti labili di una manciata di ragazzini tanto giovani? La risposta si può racchiudere in una sola parola: il caos. Perché, se proprio nell'età in cui si forma il senso della giustizia, e in cui c'è una vera e propria evoluzione del carattere di un individuo, con il passaggio da infanzia ad adolescenza, si insinuano nelle mente dei giovanissimi pensieri tanto cupi, da cui spesso anche molti adulti faticano a barcamenarsi, quelli non possono che perdere il controllo. Se niente ha senso allora non c'è il bene e non c'è il male e tutto è consentito e lecito.

Personalmente ho davvero apprezzato moltissimo la lettura e anche il punto di vista che ci viene offerto direttamente dalla voce di una delle ragazzine che fanno parte della classe di Pierre Anthon. Allo stesso tempo però, ho trovato il romanzo davvero crudo, cattivo e disturbante, molto più di quanto non avessi considerato potesse essere in un primo momento, ma non per questo sono arrivata a considerarlo comunque meno valido o meritevole, tutt'altro. In qualche occasione, mi sono ritrovata a chiedermi se, proprio per il modo in cui viene trattato il tema, la lettura sarebbe o meno adatta a un pubblico troppo giovane.

Ad ogni modo, nella sua per quanto assurda realistica semplicità, Niente assolve esattamente il suo scopo ed è la prova che, anche con poche parole, chi ha davvero qualcosa da esprimere, può essere capace di dire tantissimo.


I romanzi di Janne Teller
  • L'isola di Odino, 2001 (Odins ø, 1999)
  • Niente, 2012 (Intet, 2000)
  • Inedito (Kattens Tramp, 2004)

9 commenti:

  1. Me lo nominano sempre, dicendo sia pane per i miei denti.
    Grazie per avermi rimesso la pulce nell'orecchio.
    Lo metto in cima alla whishlist. ;)

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    1. Figurati, mi fa piacere :D penso che conoscendo un po' i tuoi gusti potrebbe proprio piacerti! Di sicuro lo divorerai nel giro di qualche ora :P

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  2. Mi ha incuriosito da quando l'ho visto nella tua TBR, e dopo la recensione l'ho messo nel carrello di amazon XD

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    1. Eheh :D non mi sento in colpa nemmeno un po'! Poi, considerato che costa davvero poco, fa anche piacere comprarlo e portarselo a casa *o* spero non ti deluda!

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  3. dicono sia un titolo molto crudo, infatti potrebbe fare al caso mio proprio per questo xD

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